Accogliere gli emarginati, I più poveri, gli ammalati … Offrire loro la possibilità di sperimentare il calore di un ambiente che rispecchi Un po’ dell’Amore di CRISTO
Queste casa e stata realizzata in uno stabile dove tempo fa veniva ospitato un monastero di monache di clausura, e mediante il vescovo di Cajamarca Mons. José Carmelo Martínez Lázaro é stato dato in concessione al Rev.do Padre Alessandro Facchini, parroco del distretto dell’Encañada, per fini di uso parrocchiale e pastorale.
CI SCRIVE MICHELA.
“Siamo in missione da quasi undici anni, fra poco avremo 4 bimbi e siamo di Faenza (RA).
Viviamo a Cajamarca, nella casa della Carità “Padre Daniele Badiali”, dove gestiamo una mensa per i poveri, con circa 250 pasti giornalieri, raddoppiati in questo ultimo anno di pandemia.
Inoltre, è una casa di appoggio con magazzino, per rifornire di tutto il necessario le missioni che sono lontane dalla città (Encañada, Polloc, Pariamarca…) e vi si trova anche l’esposizione dei mobili costruiti dai taller artigianali “Don Bosco” sulla Sierra.
Poi c’è l’oratorio, dove si fanno tutte le attività per bambini e ragazzi a partire dalla Santa Messa, il catechismo e i sacramenti fino alle attività estive e campi di lavoro e si cerca di insegnare a regalare ai più bisognosi, gli ultimi fra gli ultimi.
Io sono infermiera e con Stefania di Faenza e Agnese di Lugo, nelle rispettive case di missione qua vicino, accogliamo i malati provenienti dalle missioni in attesa di visite o interventi nell’ospedale della città e aiuto con una piccola infermeria.
Mio marito si occupa di lavori di costruzione nelle case della missione, asili, chiese, laboratori e di dare lavoro manuale a padri di famiglia della zona, cosicché possano avere un impiego e uno stipendio dignitoso come falegnami, muratori, idraulici, piastrellisti, costruttori e manutentori delle case e chiese della missione.
Le attività iniziate in quasi 20 anni in questa zona sono tantissime, tante porte sono state aperte alla gente che ha bisogno e il vostro aiuto è importantissimo per tenerle aperte, soprattutto dopo questo periodo di crisi mondiale dovuto a questa pandemia che sta mietendo tantissime vittime anche qui e anche molte vittime sociali, dovute alla perdita di lavoro precario.
Così Grazie di cuore a tutti!
Non dimenticatevi di noi!”